Metà delle aziende ha difficoltà ad assumere
Parla chiaro il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ai quattromila studenti chiamati da Confindustria al primo evento di orientamento organizzato in uno stadio: “Molti di voi rischiano di non trovare lavoro. Questo modello di scuola purtroppo non è in grado di offrire quella formazione che il mondo delle imprese richiede e questo purtroppo danneggia i nostri ragazzi”.
È un divario che si allarga: un “mismatch drammatico”, sottolinea Giovanni Brugnoli, il vicepresidente di Confindustria per il capitale umano che negli ultimi anni ha sviluppato il progetto di orientamento dell’associazione degli industriali.
I dati – di Excelsior-Unioncamere – indicano che rispetto al periodo pre-covid sono raddoppiate, passate dal 25 al 46%, le imprese in difficoltà nel trovare persone da assumere che abbiano le competenze di cui hanno bisogno.
Il danno per le imprese è altissimo: la perdita di valore aggiunto è stata stimata pari a 38 miliardi l’anno.
“Nei prossimi 5 anni serviranno 3,8 milioni di nuovi occupati. 2,7 per sostituire chi va in pensione ma c’è anche la previsione di una fase di espansione. Ce le avremo queste risorse?” si domanda, illustrando i dati, il vicesegretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi.
“Il dato è impressionante. Se noi abbiamo a cuore veramente il futuro dei nostri ragazzi non possiamo accettare che 1.200.000 posti di lavoro in Italia non vengano coperti, perché il sistema scolastico attuale non è in grado di fornire le qualifiche richieste dal mercato del lavoro”, dice ancora Valditara, che accetta “la sfida di riformare la scuola”, di “aprire la scuola al mondo delle imprese”.
“Non possiamo permetterci di lasciare una generazione alla finestra, di non avere dei giovani inseriti nella società ma in una situazione di esclusione”, dice la ministra del Lavoro, Marina Calderone, anche lei allo stadio Benito Stirpe di Frosinone per l’iniziativa di Confindustria, gli ‘Stadi’ Generali dell’Orientamento.
“È la prima volta che Confindustria riunisce quattromila studenti in uno stadio”, a partire dalle scuole elementari e arrivati da tutt’Italia, sottolinea la dg di Confindustria, Francesca Mariotti.
L’atmosfera è una iniezione di energia, con artisti, imprenditori, sportivi.
“Dovete avere il coraggio di sognare”, dice ai ragazzi l’imprenditore Brunello Cucinelli.
Il tema è anche tecnico. Ed è politico perché è un lavoro che “per scelta, per il sistema Paese” si vuol portare avanti con il sistema pubblico dell’istruzione e non con iniziative private, sottolineano gli industriali.
“In Italia un problema c’è: governi e politica, in questi anni, hanno perso di vista i giovani. E la scuola è sempre al centro dei programmi elettorali per poi essere dimenticata”, denuncia Giovanni Brugnoli.
Il gap scuola-lavoro peggiora perché “questi due mondi non si sono parlati. Cambiare in sette anni undici ministri è una problematica ulteriore. Decisamente ha rallentato”.
E c’è un mondo che cambia: la fase del post-Covid è anche quelle transizioni, di una accelerazione dell’innovazione, ed il sistema della formazione che era già in ritardo – viene fatto notare – arranca e per quanto possa fare passi avanti resta sempre più indietro.
Cosa fare?
“L’Italia deve “far decollare gli Its che sfiorano il 90% di placement”.
E – dice ancora il vicepresidente di Confindustria – c’è il Pnrr che “destina 19,44 miliardi al potenziamento dell’istruzione.
Una quantità di risorse senza precedenti che dobbiamo spendere e, soprattutto, farlo bene: sulla formazione, sull’edilizia scolastica, sui collegamenti con il mondo del lavoro.
La scuola è il vero investimento sul futuro. Non sprechiamo questa opportunità.
Anselmo Faidit
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