Anche in Italia arriva la settimana corta, ma lentamente
La via della settimana corta è stata ufficialmente imboccata. Anche in Italia, dove, secondo un’analisi di Youtrend – basata su dati Eurostat – la media di ore lavorate a settimana è di 37,4 ore.
Dietro a Grecia e Spagna, a pari merito con la Francia, ma più di Germania, Danimarca e Paesi Bassi.
Eppure, sono già diverse le grandi aziende che nel nostro Paese stanno sentendo l’esigenza di rispondere alle richieste sempre più pressanti dei propri dipendenti e di garantire quindi il giusto ‘equilibrio vita-lavoro’.
Concetto che, col passare degli anni, sta inevitabilmente diventando una discriminante per i lavoratori: sia in ottica di soddisfazione, produttività e ingaggio, sia in ottica di acquisizione di nuovi talenti.
Non è un caso, quindi, se secondo l’ultima ricerca di Adecco, Global Workforce of The Future, oltre il 70% delle oltre 2mila persone intervistate afferma di essere interessato alla settimana corta per via del conseguente miglioramento del benessere mentale, senza alcuna ripercussione sulla produttività.
Ed è proprio il benessere uno dei fattori decisivi per attrarre e trattenere i talenti in azienda.
Il 75%, infatti, è propenso a rimanere in azienda o a sceglierne una quando viene percepito l’interesse del datore di lavoro verso il benessere, come ha evidenziato Andrea Malacrida, country manager di The Adecco Group Italia.
“In un mercato del lavoro molto dinamico come quello che vediamo oggi, diventa perciò centrale per le aziende sviluppare politiche che mettano al centro la flessibilità, anche con lo scopo di attrarre e trattenere i talenti”.
Tra le grandi aziende in Italia, l’apripista verso la settimana corta è stata sicuramente Intesa Sanpaolo, che ha avviato l’iter verso il suo nuovo modello lavorativo già a dicembre 2022.
Da gennaio 2023, infatti, l’istituto diretto da Carlo Messina ha esteso lo smart working fino a 120 giorni l’anno (con un’indennità di buono pasto di 3 euro al giorno, per tener conto anche delle spese sostenute lavorando da casa), e introdotto la settimana corta di 4 giorni (da 9 ore lavorative) a parità di retribuzione.
La scorsa settimana, il più grande gruppo mondiale dell’occhialeria ha dichiarato di aver introdotto la settimana corta di 4 giorni per i suoi 20mila dipendenti.
I quali, secondo quanto dichiarato dalla società, potranno ritagliare per sé e per le proprie esigenze personali venti giornate l’anno, per lo più il venerdì, coperte in larga parte dall’azienda, a parità di salario.
I lavoratori che aderiranno all’opzione infatti dovranno sacrificare cinque permessi retribuiti l’anno per coprire altrettanti venerdì liberi, mentre gli altri 15 saranno a carico di Luxottica.
Annunciato il nuovo modello lavorativo in casa Lamborghini riguarderà tutti i reparti, con delle ovvie differenze:
- una riduzione dell’orario di lavoro di 22 giornate all’anno, con l’alternarsi di una settimana da cinque giorni e una da quattro per il personale di produzione o collegato a essa che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale.
- una riduzione di 31 giornate di lavoro all’anno, con l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e 2 da 4 per il personale di produzione o collegato ad essa che lavora su un regime a tre turni (mattina, pomeriggio e notte).
- una riduzione di 16 giorni all’anno per gli operai non collegati alla produzione
- una riduzione di 12 giorni all’anno per gli impiegati che, inoltre, potranno anche sfruttare 12 giorni di smart-working al mese.
Infine Lavazza, già a novembre del 2022, ha deciso di rivoluzionare il suo modello lavorativo, aumentando la flessibilità dello smart working fino a dieci giorni al mese anche consecutivi, e introducendo i venerdì brevi, grazie ai quali cui si potrà beneficiare dell’uscita anticipata per quindici settimane da maggio a settembre.
Inoltre, l’azienda ha anche messo a disposizione 16 ore per l’attività di caregiving per accompagnare familiari e congiunti o conviventi a visite mediche, oltre che quattro ore annue da dedicare alla cura e all’assistenza veterinaria dei propri animali domestici.
Arnaud Daniels
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