Alphonse Mucha per la prima volta a Firenze
Al Museo degli Innocenti a Firenze mostra, interessante e affascinante, su Alphonse Mucha, artista ceco, visionario esponente dell’“Art Nouveau”: oltre 120 opere comprendenti manifesti pubblicitari, cartelloni teatrali, pannelli decorativi, disegni, litografie, che ricostruiscono una carriera artistica di grande livello in un percorso suggestivo e coinvolgente.
Nato nel 1860 a Ivancice, in Moravia (all’epoca facente parte dell’Impero Austro-ungarico), trascorre un periodo a Brno, dove comincia la sua attività occupandosi soprattutto di scenografie teatrali.
Si trasferisce quindi a Vienna nel 1879; ritorna poi in Moravia, dove suscita l’interesse del conte Belasi di Mikulov, che lo incarica di decorare i suoi castelli nel Tirolo e in Moravia.
Grazie al sostegno economico del conte, Mucha può quindi frequentare l’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera.
Dal 1887 risiede a Parigi, città considerata centro del mondo dell’arte e della “Belle Epoque”, e lì conosce Sarah Bernardt: bellissima donna e attrice famosissima dell’epoca, la Bernardt diventa la sua ispiratrice e il modello per la sua pittura e il suo stile artistico.
Le sue illustrazioni, i manifesti teatrali, i cartelloni pubblicitari, i poster, che comunicano seduzione e voluttà attraverso la raffinatezza, l’eleganza e la bellezza di fanciulle giovani e fascinose (il mito delle “Donne di Mucha”) lo rendono famoso, e la sua arte diventa molto richiesta da ditte e aziende commerciali per le campagne pubblicitarie dei loro prodotti (gioielli, profumi, biscotti, cioccolato Nestlè, champagne Moet & Chandon, ecc.).
Con uno stile, leggero e voluttuoso, ritrae fanciulle dolci, sognanti, leggiadre, eleganti, bellissime, circondate di fiori ed ornamenti dai colori delicati e sfumati, figure seducenti e ammaliatrici, che attirano e catturano lo sguardo dell’osservatore e che ben raffigurano quell’“Art Nouveau”, che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento stava influenzando l’architettura, le arti figurative e le arti applicate.
Ma queste donne erano anche donne emancipate, rappresentative di un periodo storico di grandi innovazione culturali, sociali e politiche.
Mucha è altresì un fervente patriota, fautore della libertà dei popoli slavi.
Nel 1910 ritorna a Praga, dove realizza quello che è considerato il suo più grande capolavoro, a cui dedica quasi venti anni della sua vita: l’Epopea slava, venti enormi tele nelle quali si narra i principali avvenimenti i della storia slava.
Mucha rimane a Praga fino alla fine della sua vita dove muore nel 1939.
La mostra di Firenze, aperta dal 27 ottobre 2023 al 7 aprile 2024, offre un interessante percorso espositivo con oltre 120 opere e con effetti visivi e sonori di grande fascino e attrazione sensuale.
Carmelina Rotundo
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