Buon segnale dal 2021, rallenta l’evasione fiscale
Nel 2021 l’evasione fiscale e contributiva risulta pari a 83,6 miliardi di euro, di cui circa 73,2 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive, con una diminuzione di 2,7 miliardi (-3,1%) rispetto al 2020, di cui 2,2 miliardi sono relativi all’evasione fiscale (-2,9% rispetto al 2020) e 0,5 miliardi all’evasione contributiva (-4,3% rispetto al 2020).
È quanto emerge dalla relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, aggiornata a seguito della revisione dei conti nazionali apportata dall’Istat e pubblicata sul sito del Mef.
L’aumento del gap Irpef di circa 2,1 miliardi, di cui 0,1 miliardi per i lavoratori dipendenti irregolari e quasi 2 miliardi per lavoratori autonomi e le imprese, si contrappone alla riduzione del gap Iva (-3,9 miliardi), del gap da locazioni (-336 milioni) e del gap Imu (-135 milioni); parallelamente, si registra una sostanziale stabilità del gap in livelli per l’Ires (+33 milioni), l’Irap (+86 milioni) e le accise (+31 milioni).
Nel triennio 2019-2021 la propensione al gap diminuisce dal 18,4% del 2019 al 15,3% del 2021, con una riduzione di 1,9 punti percentuali.
Rispetto al 2020, l’andamento riflette una riduzione della propensione per tutte le principali imposte; più precisamente, si registra una rilevante diminuzione per il gap Iva e da locazioni (4,8 punti percentuali), per il gap Ires (4,3 punti percentuali) e per il gap Irpef (2,2 punti percentuali).
Questo dato si presenta in apparente controtendenza rispetto a quanto osservato tra il 2016 e il 2020 e va spiegato alla luce dell’aumento del valore assoluto del gap Irpef, per circa 2,1 miliardi di euro.
La riduzione della propensione al gap Irpef, viene precisato, è spiegabile con il fatto che nel 2021 è cresciuta in forte misura l’Irpef potenziale e tale crescita ha più che compensato l’aumento in valore assoluto del gap Irpef.
Una minore ma altrettanto importante riduzione si registra anche per il gap Irap e accise (1,4 punti percentuali), canone Rai (un punto percentuale) e Imu (0,8 punti percentuali).
Se si analizza il fenomeno su un orizzonte temporale maggiore la riduzione del gap risulta più marcata.
Infatti, nel periodo 2016-2021, la propensione al gap diminuisce dal 21% al 15,3%, con un calo di 5,7 punti percentuali e di circa 23,6 miliardi in valore assoluto.
La propensione al gap al netto delle imposte immobiliari e delle accise, che rappresenta l’indicatore rilevante ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti nell’ambito del Pnrr, diminuisce nel 2021 al 15,2%, con una riduzione del 18,2% rispetto al 2019 (anno di riferimento negli indicatori di riduzione del tax gap nel Pnrr).
Piero Vernigo
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