L’Austria blocca la Romania e la Bulgaria fuori dall’UE
L’Unione europea deve proteggere meglio le sue frontiere esterne prima di ammettere pienamente Romania e Bulgaria nell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione a cui appartengono 27 Stati d’Europa.
Ne fanno parte Islanda, Norvegia, Svizzera e Lichtenstein, ma restano fuori l’Irlanda, per propria scelta e Cipro, per la disputa territoriale con la Turchia. Oltre ai due Paesi dell’Europa dell’Est, che da anni tentano di entrare, senza successo.
Per ora si è deciso di eliminare, a partire da aprile, i controlli alle frontiere romene e bulgare per i viaggi aerei e marittimi, ma non ancora ai confini terrestri.
Su questo punto, i negoziati proseguiranno nel 2024.
A bloccare l’ingresso nell’Area Schengen di Romania e Bulgaria è l’Austria, per preoccupazioni legate all’immigrazione irregolare.
Il governo di Vienna ritiene al momento disfunzionale l’Area Schengen, e non vuole dunque allargarla ad altri Stati membri, come ha dichiarato Lukas Mandl, eurodeputato del Partito popolare austriaco (Övp), che governa a Vienna.
“Vogliamo che la Bulgaria e la Romania entrino nell’area Schengen. Ma non è ancora possibile perché le frontiere esterne dell’Ue non sono ancora protette correttamente. Per questo il messaggio dell’Austria è chiaro: dobbiamo prima risolvere il problema delle nostre frontiere esterne in termini di migrazione irregolare. Poi potremo completare lo spazio Schengen.”
L’Austria è uno degli Stati con più richieste d’asilo dell’Unione: oltre 100mila nel 2022, nonostante le dimensioni modeste e il fatto di essere circondata da altri Paesi europei: le persone migranti possono infatti rivolgersi solo al Paese di primo ingresso per chiedere asilo: una regola non realmente rispettata da molti Stati membri, secondo Mandl.
“Soprattutto l’Ungheria, ma anche altri Stati membri non hanno seguito la regola del Paese di primo ingresso. E per il futuro, abbiamo convenuto che Bulgaria e Romania si prenderanno cura dei migranti che hanno fatto il loro primo ingresso in uno di questi due Paesi”.
I governi di Bucarest e Sofia hanno concordato di rafforzare il controllo delle frontiere esterne con l’aiuto dell’agenzia europea Frontex e si impegnano anche a contrastare i cosiddetti “movimenti secondari”, analizzando le richieste di asilo sul proprio territorio.
Anselmo Faidit
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