Sono gli italiani a sottovalutare l’Italia
Tra i molti articoli che la stampa internazionale ha scelto di dedicare all’Italia negli ultimi giorni ce n’è uno importante che le forze della maggioranza e quelle dell’opposizione dovrebbero in fretta imparare a memoria e diffondere tra i propri eletti.
Scrive Claudio Cerasa sul Foglio: “L’articolo è quello comparso giovedì scorso su un famoso giornale tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), ed è un articolo che inquadra bene un fenomeno che riguarda il nostro paese, spesso sottovalutato dagli stessi osservatori italiani”.
Titolo: ‘L’Italia è sottovalutata’.
Svolgimento: ‘Nonostante i problemi e i legittimi dubbi sull’Italia, la performance della potenza economica viene spesso trascurata’.
Sottovalutare l’Italia è un danno per gli investitori, certo, ma in fondo è un danno anche per la stessa Italia, che sottostimando sé stessa tende sistematicamente a non essere consapevole delle proprie potenzialità riuscendo regolarmente a perdere treni che non dovrebbe farsi sfuggire.
Solo negli ultimi dieci giorni, per capirci, abbiamo scoperto una serie di dati interessanti.
C’è un’Italia che sottovaluta sé stessa, ed è quella che pur di parlare male di un governo in carica sceglie di gettare fango anche sul proprio paese, ricordandosi che non è necessario sputtanare l’Italia per sputtanare un esecutivo.
C’è poi un’altra Italia che è quella che si trova alla guida del governo, che sottovaluta invece altro: il peso che può avere un esecutivo nel migliorare la reputazione del proprio paese.
Quell’Italia, plasticamente rappresentata dal governo, sottostima per esempio quanto possa far male al nostro paese perdere investimenti miliardari come quello di Intel (4 miliardi), sottostima quanto possa far male al nostro paese vedere svuotate le fabbriche delle auto e sottostima quanto possa far male al nostro paese vedere un investitore (ArcelorMittal) che mentre fa un passo per scappare dall’Italia (dall’ex Ilva) fa un passo per spendere in Francia soldi che non vuole spendere nel nostro paese (1,8 miliardi, acciaieria a Dunkerque).
Nell’Italia che cresce c’è lo zampino delle imprese.
Nell’Italia che non cresce c’è lo zampino della politica.
Quando il governo non fa quello che aveva promosso, le imprese ne beneficiano.
Quando il governo fa quello che aveva promesso, l’Italia ne soffre.
Anselmo Faidit
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