La mela annurca nel trattamento della calvizia
La mela è frutto del melo (Malus domestica) originario in Asia centrale e con un’evoluzione botanica nel Neolitico.
Il termine mela deriva dal latino tardo melum a sua volta proveniente dal latino classico malum e dal greco μᾶλον con una radice indoeuropea mal con il significato di morbido e dolce.
Oggi nel mondo vi sono circa settemila varietà di mele, di queste in Italia ne abbiamo circa duemila e di queste poco più di una ventina sono tradizionalmente note per denominazione e uso comune, mele differenti per nome, colore, consistenza, sapore, contenuti nutrizionali ed extranutrizionali o nutraceutici.
“Una mela al giorno toglie il medico d’attorno” si diceva un tempo e oggi ce lo ripete la nutraceutica, termine che nasce dalla fusione dei termini nutrizione e farmaceutica per indicare la disciplina che senza approssimazioni ma con scientificità e rigore studia i componenti degli alimenti, individuando in questi i componenti responsabili degli effetti benefici eventualmente riscontrati e fornendo aggiornamenti sulle più recenti ricerche.
Il ruolo della nutraceutica è anche di conoscere cosa succede quando ci alimentiamo, quali principi si attivano e con quali conseguenze sulla nostra salute in una rinnovata relazione tra biologia, chimica e medicina, in uno stretto rapporto tra abitudini alimentari e salute.
La nutraceutica oggi ci dice che la mela è una delle principali fonti di polifenoli nella dieta occidentale ed estratti polifenolici di mela sono indicati per scopi terapeutici, soprattutto per la riduzione del peso corporeo e per avere effetti antiossidanti utili in molte condizioni patologiche tra le quali ipercolesterolemia, diabete ecc.
Il contenuto di composti fenolici è particolarmente elevato nella buccia della mela rispetto alla polpa e cambia notevolmente secondo la varietà di mela (Scognamiglio I., Tenore G. C., Campiglia P. et alii – Potenziale nutraceutico di frazioni polifenoliche estratte da mela annurca – Giornate Scientifiche di Ateneo Seconda Università degli Studi di Napoli, 2012).
La mela annurca (Malus pumila Miller) originaria del Sud Italia è oggi di particolare interesse nutraceutico.
La melannurca o mela annurca è presente nella regione campana fin dall’antichità, molto probabilmente in età preromana.
Un affresco della casa dei Cervi a Ercolano riproduce un cesto di frutta nel quale sono presenti mele con i tipici caratteri dell’annurca.
Gaio Plinio Secondo o Plinio il Vecchio (1° secolo d. C.) nella Naturalis historia denomina questa mela mala orcula perché coltivata intorno al lago di Averno od Orco, ritenuto entrata agli inferi. Giovanni Battista Della Porta (1535-1615) nell’opera Pomarium (1583) definisce orbiculate, orcule nel linguaggio popolare, le mele dalla buccia rossa che sembra macchiata di sangue che si producono nel territorio di Pozzuoli.
Nei secoli successivi compaiono i nomi di anorcola e annorcala e nel 1876 il nome di annurca è ufficializzato nel Manuale di Arboricoltura del botanico napoletano Giuseppe Antonio Pasquale (1820 – 1893).
I polifenoli presenti in significative quantità nella mela annurca sono utili nel mantenere in salute organi e tessuti, contrastando l’invecchiamento cellulare, proteggendo l’apparato cardiovascolare. In particolare, questa mela è ricca di procianidine, un tipo di polifenoli particolarmente efficaci nel combattere livelli alti di colesterolo con un’azione che si realizza nell’intestino, dove agiscono sui meccanismi di assorbimento del colesterolo e la sua conseguente espulsione fecale, e nel fegato dove inibiscono la biosintesi del colesterolo endogeno e inducono la maggior espressione di una proteina che interviene nella formazione di colesterolo HDL, lipoproteina ad alta densità che trasporta le molecole di colesterolo presenti nel sangue. Recenti studi stanno ora indicando l’efficacia della procianidina B2 nel trattamento delle calvizie, determinando crescita del numero, della densità e del contenuto di cheratina dei capelli.
La perdita di capelli colpisce circa la metà della popolazione adulta in tutto il mondo con effetti negativi sulla qualità della vita e l’alopecia indotta da chemioterapia antitumorale è un problema importante.
Da qui la comparsa di prodotti che promuovono la crescita dei capelli con la ricerca dei meccanismi biologici alla base della caduta dei capelli e sulla loro crescita. Si è così dimostrato che alimenti e prodotti i nutraceutici arricchiti in polifenoli contrastano l’alopecia e che la mela annurca originaria del Sud Italia ha uno dei più alti contenuti di procianidina B2 e che il consumo orale di estratti polifenolici di questa mela stimola la crescita dei capelli, il numero di capelli, il peso dei capelli e il contenuto di cheratina in soggetti umani sani.
Il meccanismo molecolare alla base della promozione dei capelli è ora in corso di studio.
Giovanni Ballarini presidente Accademia Nazionale della Cucina
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