Le imprese italiane sempre più fiduciose
La fiducia delle imprese italiane sull’attività economica migliora, toccando il massimo a 12 mesi, nonostante la pressione dei prezzi (specie quelli per la manodopera) sia attesa rimanere elevata: lo rileva l’ultimo Business Outlook di S&P Global per l’Italia, evidenziando altresì una revisione al rialzo dei trend su investimenti e utile netto dopo la forte accelerazione al ribasso di ottobre.
Secondo quanto emerge dal report, l’attività economica è passata da +18% di ottobre a +32% di febbraio.
Il notevole incremento ha spinto le aspettative sulla produzione italiana ulteriormente al di sopra della media dell’Eurozona (+20%), con le stime sulla crescita che superano l’equivalente globale per la prima volta da ottobre 2021.
In ripresa anche il settore manifatturiero e quello dei servizi rispettivamente a +35% e +31% (da +28% e +15% a ottobre).
Le prospettive di crescita sono sostenute dallo sviluppo di nuovi software (e AI), da piani d’investimento, dai fondi Pnrr e dal miglioramento del panorama macro e geopolitico.
La fiducia sulle prospettive di crescita è in netto miglioramento nonostante l’aumento dei costi, con l’inflazione sulle voci non legate ai salari attesa rimanere elevata per i prossimi 12 mesi a causa dei timori legati a un’escalation del conflitto nel Mar Rosso a impattare sui prezzi degli energetici.
Attese aumentare anche le spese per la manodopera, sia per le imprese manifatturiere (+41%) sia per quelle del terziario (+36%).
Le imprese intendono far fronte all’andamento dei costi alzando i prezzi di vendita, nonostante la produzione italiana (+17% secondo l’ultima lettura) si ponga sotto la media europea (+20%) e globale (+22%).
Le aziende italiane del settore privato a febbraio hanno espresso ottimismo anche verso i piani di investimento e di assunzione.
Nel dettaglio, le imprese hanno rivisto al rialzo le proiezioni sulla spesa in conto capitale, con il saldo netto per le capex al suo massimo da un anno (+18%), la lettura più alta dei paesi della zona Euro con dati comparabili.
In aumento anche i fondi stanziati per R&S (saldo netto al +11%, in aumento dal +9% di ottobre) sia nel settore manifatturiero (+18%) sia dei servizi (+9%).
Nonostante il prospettato aumento degli stipendi e le maggiori preoccupazioni sull’assunzione di personale adeguatamente qualificato, le aziende intendono comunque assumere nuova forza lavoro, con un saldo netto a febbraio di +13% (massimo su 12 mesi), in aumento rispetto al +4% di ottobre e ben sopra la media globale (+11%) e dell’Eurozona (+6%).
Dopo aver registrato previsioni sull’utile per lo più piatte lo scorso ottobre, il saldo netto delle imprese che prevedono una crescita della bottom linea è balzato da +1% al +15% di febbraio, la proiezione più ottimistica delle ultime 7 indagini.
L’ottimismo è supportato da stime in rialzo sia nel manifatturiero (+8%) sia nei servizi (+17%).
Inoltre, il saldo netto è maggiore di quello osservato a livello globale (+13%) e al livello dell’Eurozona (-2%), ma non supera comunque la media storica.
Il clima delle imprese italiane del settore privato è migliorato notevolmente rispetto all’ultimo periodo di rilevazione, con sempre più aziende che riportano previsioni ottimistiche in merito a investimenti, occupazione e utile netto, rileva Eleanor Dennison, economista di S&P Global.
Il miglioramento è stato ampio, tanto per i produttori tanto per i fornitori di servizi, che infatti hanno entrambi migliorato le previsioni di crescita a febbraio ma le proiezioni di crescita sono rimaste per lo più stabili rispetto agli standard storici.
Per quanto riguarda le criticità individuate che possono impattare sulla crescita le aziende hanno espresso preoccupazione nei confronti delle tensioni geopolitiche, in particolare per la guerra in Ucraina, e della pressione sulla catena di approvvigionamento derivante dalla crisi del Mar Rosso.
Questo ha impattato sia sulle stime sui costi non legati al personale, che si mantengono storicamente elevate e in linea con il mese di ottobre anche se sotto la media della zona Euro.
Allo stesso tempo, le aziende si aspettano che il costo del lavoro aumenterà a un ritmo accelerato nel corso del l’anno prossimo.
Arnaud Daniels
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