Il Realismo Capitalista di Bansky apre a Volterra
Bansky arriva a Volterra per in un connubio davvero straordinario dove -quando il mistero del “fenomeno Bansky” si coniuga con il mistero di questa straordinaria città ricchissima di un patrimonio di testimonianze storiche, qui infatti si incontra la storia dagli etruschi ai romani, passando per il medioevo ed il rinascimento e l’ottocento, si potrebbe dire che con la sua dinamicità Bansky aggiunge quel pizzico di sale in più che darà ancor più gusto e valore ad una visita a Volterra.
Il Realismo Capitalista di Bansky in mostra a Volterra fino al 3 novembre 2024 al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena l’esposizione raccoglie cento opere tra video, stampe, sculture e serigrafie di un “fenomeno” culturale e sociale un artista o un gruppo che pur avendo raggiunto un successo planetario non ha ancora una vera e propria carta d’ identità.
“Le numerose opere, che arrivano dalle più importanti collezioni private, anche britanniche – sottolinea Roberto Pepi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra – rappresentano il valore aggiunto di una mostra su tale artista i cui messaggi risultano essere particolarmente affascinanti e coinvolgenti in quanto ne dimostrano la capacità di muoversi tra i temi della migrazione, dei diritti dei popoli, delle disuguaglianze sociali, della crisi climatica, tutti elementi presenti nella scena culturale mondiale”.
Protagoniste del progetto espositivo una selezione di trenta serigrafie originali, quelle che Bansky considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici.
Tra queste: Bomb Love del 2003, accolta dal pubblico con il nome di Bomb Hugger quando apparve nella zona est di Londra e poi a Brighton, ma anche Girl with Balloon, serigrafia su carta del 2004-05, forse l’immagine più popolare dell’artista che nel 2017 è stata votata in un sondaggio come l’opera più amata dai britannici.
E ancora Love is in the Air, un lavoro su carta che riproduce su fondo rosso lo stencil apparso per la prima volta nel 2003 a Gerusalemme, raffigurante un giovane che lancia un mazzo di fiori.
A Volterra sarà possibile entrare nel mondo di Bansky non soltanto legato ai suoi lavori in strada, ma anche alla produzione forse meno conosciuta, quella realizzata in studio.
Senza dimenticare i video, ben 18 quelli visibili dal 1995 al 2009 che raccontano tra cortometraggi e documentari un Bansky quasi inedito dietro la macchina da presa. Ruolo che gli valse la candidatura agli Oscar nel 2010
Quello strutturato da Antonelli e Marziani è un percorso multidisciplinare che attraverso due porte d’ingresso – rappresentate dalla cultura punk e dalla street art – cerca di sviscerare il fenomeno Bansky a 360 gradi senza dimenticare altri artisti che interagiscono con lui come Kaws, Blu, JR e Damien Hirst.
“Bansky – spiegano Antonelli e Marziani i due curatori – appare come una rara forza interpretativa attiva, e non reattiva, ed è la sua incredibile capacità di imprimersi sul reale che ne fa un oggetto da studiare con sistematicità e rigore”.
La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, prodotta da Opera Laboratori e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, è costituita da un percorso che attraversa opere, materiali e documenti di Bansky come esito di uno studio multidisciplinare sul lavoro dell’anonimo artista britannico, letto attraverso l’omonimo saggio del filosofo Mark Fisher.
Info e prenotazioni:
+39 0577 286300
animadivolterra@operalaboratori.com
Carmelina Rotundo
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