Il colabrodo dei gestori idrici e la siccità
Da decenni in qua puntualmente da maggio a settembre/ottobre è argomento quasi quotidiano la siccità, la mancanza di nuvole e piogge, le condutture che disperdono l’acqua e la frutta e verdura che non cresce come dovrebbe e come si vorrebbe.
Che il Meridione patisse la sete se ne accorse anche Federico II e prima di lui il venosino Quinto Orazio Flacco.
Non è una novità di oggi che nel Meridione d’Italia nei mesi estivi l’acqua scarseggi, però nessun governo ha mai posto mano per trovare un soluzione e risolvere definitivamente questo morbo che attanaglia gran parte dell’agricoltura del Sud.
Altra emorragia che non si riesce a tamponare è la dispersione nel settore civile ove si registrano perdite del 45,3%.
Dolente nota è pure quella degli acquedotti che sviluppano in Italia 425mila km di rete che includendo gli allacciamenti si arriva a 500mila km. Su 100 litri immessi nelle reti di distribuzione se ne perdono in media 41,4 litri.
Il 60% della rete è stato posato oltre 30 anni fa ed il 25% supera i 50 anni.
In media si rinnovano 3,8 metri di condotte per ogni km di rete all’anno, ossia per rinnovare tutta la rete servirebbero oltre 250 anni.
In Italia vi sono 2.391 gestori del servizio idrico, ciò rende complesso intervenire per migliorare la situazione delle perdite di acqua nel sistema e i problemi nell’irriguo.
Lo ha spiegato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratinrispondendo al Question Time al Senato ad una interrogazione del Pd sulle misure per fronteggiare la crisi idrica nel Mezzogiorno, in particolare in Sicilia.
“In Sicilia c’è una situazione di maggiore difficoltà nel creare l’accorpamento, per ragioni locali.
Stiamo spingendo – ha detto il Ministro -, come prevede il piano che ha passato tre governi, per arrivare da quei 2.391 gestori ad una riduzione tale che consenta di superare una situazione che a livello nazionale ci dà il 42% di perdite nel sistema e difficoltà nel sistema irriguo”.
La conseguenza di questa situazione è quella di “interventi sempre di emergenza, e non dovrebbero esserlo. Questo al di là dei cambiamenti climatici”.
Pichetto ha ricordato che lo scorso 7 giugno è stato approvato per la Sicilia il Piano degli interventi nel sistema idrico, comprensivo di 138 attività, per un importo complessivo di 20 milioni di euro già stanziati, più 1,2 milioni a valere sulle risorse regionali.
Salvarico Malleone
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