Il risultato fuoriuscito dalle urne caotiche francesi
Il 66,6% dei francesi domenica 7 si è recato alle urne, nel 2017 la percentuale era stata del 42,6 e nel 2022 del 46,2, per eleggere i 577 seggi dell’Assemblea Nazionale, la maggioranza assoluta per governare in tranquillità è di 289 deputati.
Il Nouveau Front Populaire, una coalizione di partiti di sinistra, con 184 seggi è il raggruppamento maggiore seguito da Majorité Présidentielle, del presidente Emmanuel Macron, con 166 eletti, al terzo posto Rassemblement National di Marine Le Pen con 143 deputati.
Seguono Droite con 65 e altri piccoli partiti con 19 eletti.
Il NFP ha dichiarato di non voler governare con Macron né tantomeno con Marine Le Pen, per cui ci si chiede Jean-Luc Mélenchon, il leader di La France Insoumise, che ha gridato vittoria e pretende da Macron l’incarico per formare il nuovo governo, con chi può allearsi per legiferare e giungere alle prossime Presidenziali dell’aprile 2027?
il risultato di domenica ha sorpreso parecchi analisti, il loro timore non è una coalizione ondivaga e arcobaleno, quanto piuttosto vedono alcuni rischi quando Bercy presenterà la legge di bilancio in autunno.
Per Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, il barometro della situazione è lo spread oat-bund che “è in leggero calo rispetto ai 66 punti base della chiusura di venerdì”.
Per l’analista, “prima dello scioglimento dell’Assemblea nazionale, era leggermente inferiore a 50 punti, per arrivare a 85 punti base poco prima del primo turno e ora si attesta a 62 punti base.
La piccola sorpresa di questo secondo turno, tuttavia, deriva dal numero di seggi ottenuti dal NFP, che solleva automaticamente interrogativi sulle discussioni fiscali e di bilancio che si terranno in Assemblea”.
L’analista evidenzia che con un deficit pubblico superiore al 5% del Pil lo scorso anno e con l’apertura della procedura per deficit eccessivo contro la Francia (e altri paesi) da parte di Bruxelles, il risultato elettorale del blocco di sinistra potrebbe sollevare qualche timore.
Ma a questi timori non necessariamente seguiranno effetti, in quanto la maggioranza presidenziale (e questa è anche la sorpresa di questo secondo turno) non è crollata ed è al secondo posto per numero di seggi.
L’ipotesi di una coalizione “arcobaleno” che vada dalla sinistra moderata alla destra moderata passando per il centro non è morta, anche se la sfida sarà significativa e difficile.
Ad ogni modo, rimaniamo lievemente positivi nel breve periodo.
Crediamo che i problemi maggiori per la Francia (e per l’Europa) possano arrivare in autunno quando l’Assemblea dovrà approvare la legge di bilancio”.
Per Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay, “il mercato azionario potrebbe concentrarsi sull’attuale situazione di paralisi politica, sull’immobilismo e sull’aumento delle tasse da parte della sinistra.
Per gli spread della periferia europea, invece, la situazione non è così netta.
Il mercato tornerà a concentrarsi sulla spesa europea per la difesa, mentre il deficit eccessivo sarà probabilmente gestito meglio da un governo più europeista”.
Claudia Treves
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