L’export italiano si conferma ai vertici mondiali
Nel 2023 il commercio mondiale di beni è calato del 4,6% ma l’ export italiano ha tenuto e l’Italia è salita di una posizione nella classifica principali esportatori, arrivando al sesto posto.
Il rapporto annuale dell’Ice, che misura lo stato di salute dell’economia italiana che guarda all’estero, fotografa un Pil 2023 sostenuto anche da un “lieve contributo positivo” della domanda estera netta: le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dello 0,2%, un risultato insperato viste le turbolenze del commercio internazionale.
“La dinamica delle esportazioni, che era stata un fattore importante della ripresa dalla crisi pandemica, ha risentito negativamente nel 2023 sia del brusco rallentamento del commercio mondiale sia della perdita di competitività di prezzo dei prodotti italiani, dovuta all’apprezzamento reale dell’euro”, si legge nel rapporto.
Nonostante questo, il risultato è un lieve aumento dell’export.
Con qualche buona sorpresa come la quota di mercato guadagnata dall’Italia (+2,85%, da 2,64% nel 2022).
I macchinari si riconfermano come uno dei principali settori di export (+8,8%), bene anche i mezzi di trasporto (+10,5%), cala invece la moda (-0,3%).
Il risultato dell’ export italiano del 2023 “è sicuramente positivo perché dimostra tra l’altro come aumenti il valore del prodotto italiano che si colloca sempre più sull’alta gamma dell’economia mondiale che è il nostro livello”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
Per Urso “l’Italia è sulla strada giusta”, perché rispetto agli altri Paesi con cui occorre confrontarsi, ovvero Francia e Germania, non solo guadagniamo quote di mercato globale ma sia l’ export che Pil e occupazione aumentano di più e “in maniera continuativa”.
Il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, spiega che dal 2019 a oggi l’ export italiano è salito del 30%. Le merci nell’ultimo anno sono andate in particolare in Asia Centrale (da 1,42% del 2022 a 1,70% del 2023), Unione europea (da 4,63% a 4,84%), America Settentrionale (da 1,97% a 2,17%) e Medio Oriente (da 2,75% a 2,92%).
Malgrado la contrazione della domanda tedesca di merci italiane, nel 2023 la Germania si conferma il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane, con una quota dell’11,9% dell’export nazionale.
Stati Uniti e Francia si collocano al secondo e al terzo posto tra i paesi partner (10,7% e 10,1%), seguono Spagna (5,3%), Svizzera (4,9%) e Regno Unito (4,2%).
Le vendite oltre i confini nazionali sono identificate principalmente dalle 4A: Automazione-Meccanica, Abbigliamento-Moda, Alimentare e Arredo-Casa.
Ovvero, il tricolore del Made in Italy.
Nel 2023 sorprende il Mezzogiorno, dove l’aumento delle esportazioni è “molto sostenuto”, mentre è “più contenuto” per l’Italia nord-occidentale e in flessione per l’Italia nord-orientale e Italia centrale.
Una netta contrazione è per le Isole.
La buona performace del meridione è legata soprattutto alla crescita della Campania, per i flussi di prodotti farmaceutici verso la Svizzera e di autoveicoli verso il mercato nordamericano.
Anche Abruzzo e Basilicata hanno incrementato le vendite estere, grazie al contributo prevalente dell’industria degli autoveicoli.
Bene anche la Calabria, per il buon andamento della filiera agroalimentare e della chimica, e per il Molise, per i buoni risultati delle industrie chimica, estrattiva e alimentare.
La crescita significativa delle esportazioni di prodotti meccanici e alimentari ha sostenuto la dinamica della Puglia, mentre le regioni insulari hanno ridotto nettamente i flussi commerciali verso l’estero per il calo dell’export di prodotti petroliferi raffinati.
Raimondo Adimaro
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