È il momento di lagnarsi per l’eccessivo turismo
Superata la tempesta Covid con migliaia di attività dell’horeca costrette a cedere le licenze siamo tornati alla normalità e alle consuete lamentele.
Nelle ultime settimane è tornato di gran voga il lagno nei confronti del turismo che invade le città della Penisola creando non poche difficoltà a quelle amministrazioni comunali che ancora non hanno compreso appieno il valore del turismo nell’economia nazionale.
Si parla sempre più insistentemente delle criticità legate all’overtourism, ovvero l’afflusso massiccio di visitatori, italiani e stranieri, in molte zone d’Italia, sull’argomento è intervenuto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, respinge al mittente qualsiasi tipo di polemica.
“Mi allarma vedere crescere l’ostilità verso i vacanzieri”, racconta in un’intervista a La Verità.
“Non si fa altro che parlare di troppo turismo, è la moda di questa estate. I turisti sono diventati i nemici delle città. È paradossale. Ci si lamenta perché il nostro Paese è la meta preferita degli stranieri in vacanza. Invece di accoglierli con il sorriso sulle labbra, li accusiamo di rovinare il territorio. Un’assurdità”, aggiunge.
Invece di sedersi intorno ad un tavolo per studiare le soluzioni tra i diretti interessati si sta tentando di chiudere le porte delle città a quanti desiderano visitarle.
Anziché puntare sulla qualità ed il miglioramento delle infrastrutture, dei trasporti, della ricezione, il nostro benvenuto sono “le lunghe file sotto il sole in attesa dei taxi, i cumuli di immondizia ai lati delle strade, i mezzi pubblici che scarseggiano. Di questo dobbiamo preoccuparci”.
Bocca ha ricordato il periodo della pandemia, dove il comparto turistico-alberghiero, così come quello ristorativo e del catering, ha sofferto terribilmente.
“Non ho dimenticato come erano le nostre città durante il Covid, con le strade deserte, gli alberghi, i negozi e i ristoranti vuoti. Non ho dimenticato quanti esercizi commerciali hanno chiuso e quanti alberghi hanno rischiato di fallire. Vorrei ricordare a chi si lamenta se le nostre città sono prese d’assalto da chi va in vacanza, che il turismo è una delle voci principali del Pil, è il nostro petrolio”.
A parere del presidente, parlare di overtourism può essere deleterio per due motivi.
Ovvero: “Assistiamo al fenomeno dell’emigrazione di tante aziende che trasferiscono la produzione all’estero e mai come in questo momento il turismo è diventato una fonte primaria di ricchezza per la nostra economia. Andrebbe valorizzato, incentivato in ogni modo, non demonizzato”.
“I turisti non sono mai abbastanza. Anzi dovremmo approfittare che altri Paesi, nostri concorrenti, li stanno ostacolando in tutti i modi – penso alle isole Canarie – per accoglierli a braccia aperte”.
Alcuni comuni però lamentano che il sovraffollamento danneggia le città: “Magari sono gli stessi comuni – replica Bocca – che rimpinguano il bilancio con la tassa di soggiorno. La soluzione alla concentrazione delle presenze in alcuni mesi è gestire e regolamentare il turismo in modo da spalmarlo lungo tutto l’anno”.
“Ogni stagione dovrebbe avere occasioni di richiamo, come grandi eventi culturali, sportivi, mostre importanti. Chi ha visitato una città in estate, deve avere il desiderio di tornarci anche in inverno perché magari c’è un appuntamento particolare”.
“Temo che il continuo demonizzare i turisti stia cambiando il comportamento degli italiani. In tutto il mondo siamo conosciuti come un popolo ospitale, gioviale, accogliente. Ebbene mi ha allarmato leggere a Firenze il cartello “Via i turisti”. Non vorrei che si cominciasse a considerare chi viene qui in vacanza, come un nemico, guardandolo in cagnesco anziché accoglierlo a braccia aperte e con il sorriso. Dimenticando che porta ricchezza”, chiosa il presidente.
Claudia Treves
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