L’Italia non è in guerra e non la cerca
Il Vicepresidente della Commissione europea e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, lo spagnolo socialista Josep Borrell, ha dichiarato giovedì 29 agosto che: “Le restrizioni all’uso delle armi date all’Ucraina devono essere revocate, ci deve poter essere pieno utilizzo per colpire obiettivi militari in Russia in linea con le regole internazionali”.
Lo ha detto accogliendo il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Bruxelles, per il Consiglio informale Affari Esteri.
L’8 agosto la Commissione europea aveva aperto alla possibilità, ma la decisione spetta ai singoli Stati.
“È chiaro che Mosca vuole distruggere completamente, annichilire, il sistema elettrico ucraino per metterla al freddo il prossimo inverno”, ha proseguito l’Alto rappresentante.
“La Russia vuole forzare alla capitolazione piena una nazione europea a suon di bombe. I sistemi di difesa aerea erano essenziali prima dell’estate e lo sono ancora di più oggi. Questo sarà il primo punto di un Consiglio Affari Esteri molto intenso”.
Alle sue parole ha fatto eco il ministro ucraino Kuleba: “Possiamo sconfiggere la Russia, lo abbiamo dimostrato più di una volta, ma dobbiamo poter colpire gli obiettivi militari legittimi dentro la Russia, gli aeroporti da dove partono gli attacchi per l’Ucraina, se abbiamo missili sufficienti e possiamo colpire gli obiettivi, ridurremo la pressione sulla infrastrutture critiche”.
Il capo diplomatico di Kiev ha chiesto quindi “a tutti i paesi che si sono impegnati a consegnare i sistemi Patriots mesi fa di consegnarli finalmente. Ci sono, sono pronti per la consegna. Ciò che manca è solo il via libera per farlo, qualunque siano le ragioni, è tempo di farlo, mentre stiamo entrando nella stagione autunnale e abbiamo visto lunedì come la Russia si comporterà”.
La posizione dell’Italia sul tema, però, non cambia: “Ogni Paese decide per sé”, ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando al Consiglio Affari Esteri informale dell’Unione Europea.
“Per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina. Noi abbiamo inviato soprattutto armi difensive: adesso stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva e non può essere utilizzata in territorio russo. Ribadiamo che noi non siamo in guerra con la Russia, la Nato non è in guerra con la Russia quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino”.
Intanto, l’Unione “ha iniziato a trasferire all’Ucraina” i proventi derivati dagli asset e dai beni russi congelati, utilizzati anche per finanziare direttamente gli stati membri nel fornire armi a Kiev, ha ribadito poi Borrell nel corso della riunione.
“Abbiamo già trasferito 1,4 miliardi”, ha precisato.
Immediata la risposta di Mosca: si tratta di “un furto“, che avrà “sicuramente conseguenze legali”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Salvarico Malleone
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