Gli asparagi e le radici fanno bene alla cucina e alla salute
Presente secondo una leggenda nella valle dell’Eden, l’asparago (Asparagus officinalis) con le sue numerose cultivar è coltivato e utilizzato nel Mediterraneo dagli Egizi e in Asia Minore duemila anni prima della nostra era e poi dai Romani che ne descrivono la coltivazione e la cucina tanto che pare abbiano costruito navi apposite per commerciarli, ma più probabilmente così denominate per la forma allungata come un turione di asparago.
Dal Quindicesimo secolo largamente coltivato è questo ortaggio di pregio, costituito da un fusto che cresce sotterraneo e dal quale partono i turioni, ossia i germogli che escono dal terreno e che sono le parti commestibili più note della pianta.
Negli ultimi anni, l’A. officinalis è stato ampiamente utilizzato per scopi medicinali perché ricco di aminoacidi, acido folico, acido ascorbico, fenoli, saponine, fibre alimentari (polisaccaridi non amidacei), antociani ecc., tuttavia ci sono pochissime applicazioni nutricosmetiche.
Tra queste ultime recentemente l’estratto acquoso di A. officinalis è stato segnalato come inibitore naturale contro l’attività della tirosinasi e la reazione di imbrunimento della pelle con un meccanismo di inibizione della melanina che comprende la riduzione degli intermedi e l’ulteriore prevenzione della trasformazione dell’o-chinone in melanina.
Per questo l’A. officinalis ha un potenziale utilizzo come composto sbiancante naturale con attività antirughe ed effetti benefici sull’invecchiamento cutaneo, questi ultimi di interesse in tutto il mondo a causa dell’invecchiamento della popolazione che ha portato a un aumento significativo del numero di anziani.
Oggi un rilevante interesse sta anche avendo la radice dell’asparago, come dimostrano le molte ricerche e pubblicazioni che riguardano soprattutto le proprietà funzionali di questa parte della pianta.
La radice di asparagi è utilizzata dalla medicina erboristica tradizionale perché contiene vari composti bioattivi come polifenoli, flavonoidi, saponine e minerali.
La ricerca scientifica dimostra che i profili compositivi di questa radice sono fortemente influenzati dalle sue origini botaniche e geografiche e sebbene i minerali e i metalli pesanti siano costituenti minori hanno un ruolo critico nel determinarne la qualità e l’efficacia delle azioni funzionali della sua fitochimica e della farmacologia della radice dell’asparago.
Per questi motivi le radici di diverse specie e cultivar di asparagi e terreni di loro coltivazione hanno diverse potenzialità di uso, non solo come medicinali a base di erbe ma anche come alimenti funzionali.
Radici di diverse specie di asparagi potrebbero essere utilizzate come medicinali a base di erbe e alimenti funzionali in base a studi fitochimici che rivelano la presenza di vari composti bioattivi preziosi metaboliti secondari presenti nelle radici d’asparago, dove la classe dominante sono i flavonoidi, e che mostrano effetti farmacologici significativi con effetti antiossidanti, antimicrobici, antivirali, antitumorali, antinfiammatori e antidiabetici dimostrati in studi su animali e sull’uomo che consentono una valutazione approfondita del profilo della radice di asparago come ingrediente funzionale per l’industria farmaceutica e alimentare.
Le radici residue di asparagi della coltura principale sono considerate rifiuti e sono lasciate marcire nei campi e devono essere degradate prima di impiantare nuove piante di asparagi, perché le autotossine residue presenti nelle radici originali degli asparagi ostacolano la crescita di nuove piante di asparagi.
Rimuovere le radici degli asparagi per un loro utilizzo è una soluzione economica se queste radici trovano un loro uso alimentare e nutraceutico.
La radice di asparago soprattutto nei paesi orientali è utilizzata per secoli per scopi medicinali e come fonte di cibo come medicinale e alimento ricco di vitamine, minerali e fibre alimentari che la rendono un’ottima aggiunta alla dieta, utilizzata in una grande varietà di piatti dai soffritti alle zuppe agli stufati cucinata in diversi modi, bollita, cotta al vapore, arrostita o saltata in padella e usata anche per preparare infusi o tè, in quanto ricca di vitamina A, C, K, folato, manganese, ferro, magnesio e potassio.
Giovanni Ballarini presidente Accademia Nazionale della Cucina
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