La BCE riduce i tassi di interesse
La Banca Centrale Europea (Bce) ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base durante la riunione di settembre, in una mossa che era stata ampiamente prevista dagli operatori di mercato.
I nuovi tassi di interesse sono stati fissati al 3,65 per cento per le operazioni di rifinanziamento principali, al 3,90 per cento per le operazioni di rifinanziamento marginale e al 3,50 per cento per i depositi presso la banca centrale.
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di abbassare di 25 punti base il tasso sui depositi presso la banca centrale, il tasso attraverso il quale orienta l’orientamento della politica monetaria. È ora opportuno compiere un ulteriore passo per moderare il grado di restrizione della politica monetaria“, si legge in un comunicato della Bce.
Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali è il tasso che le banche pagano quando prendono in prestito denaro dalla Bce per una settimana, mentre il tasso sulle operazioni di deposito è quello che le banche possono utilizzare per effettuare depositi overnight presso l’Eurosistema.
Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale offre alle banche credito overnight dall’Eurosistema.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, si è detta determinata a riportare l’inflazione al 2 per cento. “Manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a questo scopo”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Francoforte.
“Non siamo vincolati a un percorso prestabilito di riduzione dei tassi”.
L’ultima decisione della Bce giunge in concomitanza con l’attenuazione dell’inflazione.
La crescita dei prezzi al consumo nell’Eurozona è rallentata al 2,2 per cento nel mese di agosto, secondo le stime flash, segnando l’aumento più lento dal luglio 2021.
Tuttavia, l’inflazione di fondo, come negli Stati Uniti, rimane al 2,8 per cento. Il forte calo dell’inflazione annuale può essere attribuito in parte anche a una base più alta dello scorso anno.
Eurostat ha sottolineato che “il rallentamento è dovuto a un forte calo dei costi energetici, in quanto gli effetti base sono entrati in gioco ad agosto”.
Mentre l’inflazione si raffredda, gli indicatori di crescita rimangono preoccupanti.
Il prodotto interno lordo dell’Eurozona è cresciuto solo dello 0,2 per cento nel secondo trimestre del 2024, una revisione al ribasso rispetto alla precedente stima dello 0,3 per cento. In tutto il blocco, la performance è variata in modo significativo, con la Germania, la più grande economia della regione, che ha subito una contrazione dello 0,1 per cento.
Salvarico Malleone
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