Le scuole private sono in maggioranza dell’infanzia
Quante sono le scuole private in Italia? Tutto sommato poche: solo 13.498 e, per la maggior parte, si tratta di scuole dell’infanzia o primarie.
In tutto gli studenti che le frequentano sono meno di un milione: 961.166.
I dati del Ministero dell’Istruzione si riferiscono all’anno scolastico 2014-15 e mostrano il livello di concentrazione delle scuole non statali in Italia a livello regionale.
La Regione che ne conta di più è la Lombardia con 2.562 scuole private rispetto alla seconda Regione in classifica, la Campania, con 1.826. Terza il Veneto con 1.412.
Ma se si va a vedere nel dettaglio, ovvero, se si va a vedere che tipo di scuole private ci sono in Lombardia (con Milano in prima linea) si scopre che ben 1.773 sono scuole dell’infanzia mentre quelle di livello superiore sono poche decine: 242 scuole primarie, 190 scuole secondarie di primo grado e 357 scuole di secondo grado.
La seconda Regione per numero di scuole non statali, la Campania: su 1.826 scuole ben 1.127 sono dell’infanzia; 343 scuole primarie; 46 scuole secondarie di primo grado e 310 secondarie di secondo grado.
Le scuole private in Italia, in altre parole, non sembra affatto che sostituiscano l’istruzione pubblica ma, piuttosto che si facciano carico dell’impossibilità dello Stato a prendersi cura dei bambini più piccoli, quelli che vanno alle scuole dell’infanzia dato che in tutte le Regioni sono proprio queste ad essere più presenti.
Vale anche per la terza Regione in classifica, il Veneto. Anche qui su 1.412 scuole non statali ben 1,143 sono scuole dell’infanzia mentre tutte le altre categorie messe insieme arrivano a contare appena 269 plessi.
Significativo il caso del Molise: conta in tutto 34 scuole non statali ma nessuna di queste è secondaria di primo o secondo grado.
Più o meno lo stesso fenomeno in Basilicata dove su 65 scuole non esiste nemmeno una secondaria di primo grado non statale.
Le scuole private in Italia sono regolate dalla legge nazionale e da alcune normative regionali. La legge principale che disciplina l’istruzione in Italia, sia per le scuole pubbliche che per quelle private, è la Legge 13 luglio 2015, n. 107, nota come “Buona Scuola”.
Ugualmente importante è il D.L. del 13 aprile 2017, n. 65 che regola la parità scolastica tra scuole statali e non statali, definendo i requisiti e le condizioni per il riconoscimento di parità delle scuole private.
Le scuole paritarie devono rispettare determinati standard e criteri di qualità per ottenere il riconoscimento di parità, che permette loro di operare in modo simile alle scuole statali e di beneficiare di finanziamenti pubblici. Il processo di riconoscimento è gestito a livello locale dalle autorità educative regionali.
Il decreto legge affronta alcuni punti cardine dell’istruzione privata. E cioè:
- Definizione di scuola paritaria: Stabilisce le caratteristiche e i requisiti che una scuola deve soddisfare per essere riconosciuta come paritaria.
- Criteri di parità: Fissa i criteri che le scuole private devono rispettare per ottenere il riconoscimento di parità. Ciò include standard qualitativi e organizzativi.
- Procedure per il riconoscimento: Definisce le procedure che le scuole devono seguire per ottenere il riconoscimento di parità. Queste procedure sono gestite a livello locale dalle autorità educative regionali.
- Diritti e doveri delle scuole paritarie: Regolamenta i diritti e i doveri delle scuole paritarie, stabilendo le modalità di erogazione dei servizi e la partecipazione a progetti educativi.
- Finanziamenti pubblici: Delinea le modalità attraverso le quali le scuole paritarie possono accedere a finanziamenti pubblici, garantendo il rispetto dei criteri di qualità.
- Autonomia delle istituzioni scolastiche: Prevede un grado di autonomia per le istituzioni scolastiche paritarie, ma nel rispetto delle norme generali sull’istruzione e i programmi ministeriali
Ecco i requisiti che ogni scuole che vuole essere riconosciuta come paritaria deve soddisfare:
- Finalità educative: La scuola deve perseguire finalità educative e culturali conformi ai principi dell’ordinamento scolastico italiano.
- Assenza di scopo di lucro: La gestione della scuola deve avvenire senza scopo di lucro. La scuola può fare utili solo nell’ambito delle attività strettamente connesse al raggiungimento delle finalità statutarie.
- Qualità didattica e organizzativa: La scuola deve garantire standard qualitativi e organizzativi adeguati, in conformità con i principi e i programmi del sistema nazionale di istruzione.
- Rispetto della normativa nazionale e regionale: La scuola deve rispettare la normativa nazionale e regionale in materia di istruzione, inclusi i curricoli e i programmi d’insegnamento.
- Corpo docente qualificato: La scuola deve avere un corpo docente qualificato e professionale, composto da insegnanti in possesso dei requisiti di legge.
- Dotazioni materiali e strumenti didattici: La scuola deve essere dotata di adeguate strutture, attrezzature e strumenti didattici per garantire un ambiente di apprendimento idoneo.
- Partecipazione a progetti educativi: La scuola deve partecipare ai progetti educativi promossi dalle autorità educative locali e regionali.
- Piani di studio conformi agli standard nazionali: La scuola deve offrire piani di studio conformi agli standard nazionali e partecipare alle attività di autovalutazione e di valutazione esterna previste dalla normativa.
- Garanzia di accesso: La scuola deve garantire l’accesso agli studenti senza discriminazioni di genere, razza, religione o status socio-economico.
- Trasparenza finanziaria: La scuola deve adottare criteri di trasparenza nella gestione finanziaria e amministrativa.
Piero Vernigo
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