L’UE promuove i conti e i bilanci dell’Italia
L’Italia è in regola con i bilanci e con i conti per cui è stata promossa.
La Commissione europea ha dato il via libera sia al Documento programmatico di bilancio (Dpb) sia al Piano strutturale di bilancio (Psb).
Il primo è considerato “in linea” con le raccomandazioni, in quanto la spesa netta è prevista entro i massimali (stesso giudizio per altri sette Paesi: Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia).
Il secondo invece è approvato perché “rispetta i parametri definiti e stabilisce un percorso di bilancio credibile per garantire che il livello del debito sia posto su un percorso discendente sostenibile”.
Ma il pacchetto d’autunno della Commissione ha riservato delle sorprese: a essere stati bocciati, o comunque rimandati, sono stati alcuni dei Paesi frugali che hanno fatto del rigore nei conti la loro misura al tavolo dei negoziati europei.
In particolare i Paesi Bassi si sono visti respingere la loro bozza di bilancio perché “sono considerati non in linea con la raccomandazione, poiché la spesa netta (sia in termini annuali che cumulativi) è prevista al di sopra dei massimali”.
Il documento programmatico della Germania invece è stato ritenuto non pienamente in linea con le raccomandazioni (insieme a Estonia, Germania, Finlandia e Irlanda) perché la spesa netta annuale supera i massimali.
Anche Lussemburgo, Malta e Portogallo sono valutati “non pienamente in linea” perché nonostante la loro spesa netta sia prevista entro i massimali non eliminano gradualmente le misure di sostegno all’emergenza energetica entro l’inverno 2024-2025, come raccomandato dal Consiglio.
E ancora: l’Austria prevede un deficit sopra il 3% nel 2024 senza riduzioni nel 2025 e 2026, quindi la prende in considerazione l’idea di avviare la procedura per deficit eccessivo.
Anche la Finlandia ha un deficit sopra il 3% ma dovrebbe rientrare a partire dal 2025 e questo la salva dalla procedura.
La Germania non ha fatto in tempo a presentare il suo piano strutturale di bilancio e risulta nella lista dei rinviati con Austria, Belgio, Bulgaria e Lituania.
“Ci sono delle regole rigide, ma onestamente, non sono io quello che le ha volute. Quindi se ci sono delle regole rigide, in diversi casi, queste regole rigide sono state chieste da qualcun altro”, ha commentato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di presentazione del pacchetto d’autunno rispondendo a una domanda proprio sul fatto che i frugali – contrari a ogni allentamento delle regole sul debito – sia ora i Paesi più in difficoltà con i conti.
“Non sto puntando il dito contro nessuno, ma qualcuno ha chiesto queste regole rigide. Ora le abbiamo applicare. Penso che la Commissione, e la prossima Commissione in particolare, sia chiamata ad attuarle”, ha aggiunto.
Per l’Italia – così come per Finlandia, Francia, Spagna e Romania – è stata approvata anche l’estensione di piano di medio termine da quattro a sette anni, in cambio di una serie di riforme e investimenti.
Per l’Italia si tratta ad esempio di investimenti nell’ambito del Pnrr per la tutela dell’infanzia e, come misure aggiuntiva, l’efficientamento del sistema di tassazione.
E proprio in serata la Commissione europea ha dato il via libera al pagamento della sesta rata del Pnrr da 8,7 miliardi di euro (1,8 miliardi in sovvenzioni e 6,9 in prestiti).
“L’Italia dovrebbe garantire che il tasso di crescita nominale della spesa netta non superi i massimi stabiliti nell’allegato I”, ossia 1,3% nel 2025 e 1,6% nel 2026.
È una delle raccomandazioni della Commissione europea.
Inoltre – la seconda raccomandazione – l’Italia dovrebbe “porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2026”.
Infine, il Consiglio stabilisce il termine del 30 aprile 2025 affinché “l’Italia adotti misure efficaci e presenti le misure necessarie insieme alla sua relazione annuale sui progressi compiuti nel 2025”.
Successivamente, “l’Italia dovrebbe riferire sui progressi compiuti nell’attuazione della presente raccomandazione almeno ogni sei mesi fino alla correzione del disavanzo eccessivo”, si legge ancora nella raccomandazione.
Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si tratta di “un giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà.
Procederemo, come fatto finora, silenziosamente e sobriamente”.
Guglielmo d’Agulto
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