Roma città eterna ma perennemente sporca
Roma, la Città Eterna. Ed eterno è anche il problema di come mantenere pulite le sue strade.
Come si fa a mantenere le vie della capitale in ordine quando il problema dell’assenteismo Ama di Roma è endemico?
Ogni giorno, infatti, il 20,9% dei dipendenti dell’Ama – l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti – non va a lavorare.
Malattia, infortunio, maternità o permesso per legge 104: le ragioni per non presentarsi sul posto di lavorano possono essere diverse e tutte legittime, ma il risultato finale sarà però sempre lo stesso, una città poco pulita.
A fotografare questa situazione è la stessa Ama, nella sezione “Società trasparente” facilmente consultabile sul suo sito.
E le percentuali registrate, purtroppo, parlano chiaro e in maniera inequivocabile visto che sono in continuo aumento.
L’assenteismo all’Ama di Roma nel 2024 sono in aumento.
Nel primo trimestre, il 17,02% dei dipendenti è stato assente, cifra che cresce nel secondo trimestre al 17,76% poi si sale al 18,91% nel terzo trimestre e un picco del 20,09% nel quarto. Un record, almeno per ora.
A questo punto, la domanda che ci si pone è una sola: come possono i cittadini romani, che pagano le tasse proprio per finanziare la raccolta rifiuti, godere di un servizio decente di pulizia quando 1 lavoratore su 5 manca all’appello?
Le percentuali di assenza sono ancora più impietose se si valuta il grado di crescita di queste: dal primo al quarto trimestre, l’aumento in percentuale delle assenze è stato del 18,03%.
Il triste risultato finale – le strade della Capitale sempre più sporche – è sotto gli occhi di tutti, romani o turisti di passaggio.
Le percentuali circa le motivazioni di queste assenze, come malattia, infortunio, maternità e altre assenze, rivelano una costante: con il passare dei mesi, gli operatori Ama si assentono sempre di più.
Nel primo trimestre, l’8,44% dei dipendenti è stato a casa per malattia, e anche nei trimestri successivi non c’è stata gran differenza: nel secondo è stato il 7,98%, nel terzo il 7,41% e nel quarto un po’ di più, con l’8,23%.
Gli infortuni invece sono partiti dall’0,94% nel primo trimestre, per crescere a 1,08% nel secondo e 1,24% nel terzo, per poi scendere leggermente a 1,19% nel quarto.
Le assenze per maternità sono state abbastanza stabili (sarebbe stato strano il contrario visto il tasso demografico italiano): 0,97% nel primo trimestre, poi un piccolo aumento (1,19% nel secondo, 1,71% nel terzo) e una piccola discesa nel quarto (1,14%).
La vera sorpresa arriva però quando si arriva a leggere la voce “altre assenze”, che nel primo trimestre rappresentano già il 6,67% e salgono trimestre dopo trimestre: 7,50% nel secondo, 8,55% nel terzo e un bel 9,54% nel quarto. Una scalata senza sosta.
Secondo alcuni dati recentemente visionati dall’agenzia di stampa Dire e da Il Messaggero, provenienti tra l’altro da un documento interno di Ama, la situazione – se possibile – è ancora più difficile da gestire.
Ci sarebbe infatti un problema importante con l’utilizzo dei permessi previsti dalla Legge 104, che offre agevolazioni ai lavoratori con disabilità o a chi assiste familiari in difficoltà.
Ecco: questi permessi, del tutto legittimi, stanno per la loro mole creando difficoltà nella pianificazione e nella gestione dei servizi, in quanto in alcune unità operative (le diverse divisioni organizzative all’interno di Ama, come ad esempio quelle che si occupano della raccolta dei rifiuti, della manutenzione delle strade, ecc.) quasi la metà degli addetti (il 47%) fa ricorso a questi permessi.
In numeri assoluti, si tratta di 1.222 operatori, pari al 29,5% della forza lavoro complessiva di Ama che ammonta a 4.133 dipendenti.
Sempre secondo questo documento il problema dei turni e della copertura nei week-end è un altro grande “buco nero” nella gestione dei rifiuti di Roma. Ama infatti divide i suoi dipendenti in due gruppi: i “baricentrati”, che si fanno carico della pulizia della città anche durante il fine settimana, e i “non baricentrati”, che lavorano invece solo dal lunedì al venerdì.
Chi ha dato un’occhiata ai numeri non ha potuto fare a meno di notare che su 4.133 lavoratori, ben 3.102 sono “non baricentrati”, lasciando solo 1.031 a prendersi l’onere di coprire la raccolta e la pulizia di tutta la città nei giorni festivi.
Una differenza particolarmente significativa, che è difficile da gestire, soprattutto quando le carenze di personale diventano ancora più evidenti nei momenti in cui Roma, e in particolare le sue battutissime zone centrali, è sotto stress per la grande presenza di turisti. Ancor più poi se ci sono eventi speciali (vedi il Giubileo).
La situazione dell’assenteismo all’Ama di Roma, ovviamente, non poteva essere ignorata: e l’azienda ha preparato un piano interno di intervento che si basa sulla mobilità interna su larga scala.
Nei prossimi mesi, 330 operatori saranno spostati dalle periferie al centro, mentre oltre 400 lavoratori seguiranno il percorso inverso, trasferendosi dal centro alle periferie.
L’obiettivo è assicurare il personale necessario per coprire sia i turni settimanali che quelli domenicali.
Questa riorganizzazione interna avverrà in due fasi: inizialmente con trasferimenti volontari, e successivamente, se non si raggiungeranno i numeri necessari, tramite la mobilità obbligatoria.
Il piano Ama prevede anche un abbattimento significativo degli straordinari domenicali, con una riduzione stimata dell’85% delle ore extra.
Chiaramente questa mossa nasce dalla volontà di garantire un servizio di pulizia di qualità senza che questo possa gravare oltremodo sul bilancio dell’azienda.
Arnaud Daniels
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