A Vienna si è insediato il nuovo governo minestrone
A Vienna si è insediato il nuovo governo.
Dopo l’accordo politico dello scorso giovedì, ieri è arrivato il via libera degli iscritti di Neos, il junior partner liberale della prima coalizione a tre nella storia moderna dell’Austria.
Tra i banchi di prova che attendono il nuovo cancelliere Christian Stocker, leader dei cristiano-democratici, ci sono l’economia e l’immigrazione irregolare.
Doppio record per il nuovo esecutivo austriaco, entrato formalmente in carica nell tarda mattinata di oggi (3 marzo).
È il primo con dentro tre partiti: il Partito popolare (Övp), il Partito socialdemocratico (Spö) e Neos (liberali), che avevano raggiunto un accordo sul programma lo scorso giovedì (27 febbraio).
Ed è quello che ha richiesto per la propria formazione i negoziati più lunghi della storia repubblicana: ben cinque mesi dalle elezioni dello scorso settembre.
Il disco verde definitivo è arrivato ieri, quando i membri di Neos si sono espressi sulla partecipazione del partito alla coalizione.
Durante una sessione ibrida, circa il 94 per cento degli iscritti ha approvato il documento programmatico che dovrà guidare l’azione dell’esecutivo. Si tratta della prima volta che la formazione liberale, fondata nel 2012, arriva al governo.
Il nuovo cancelliere federale è Christian Stocker, 64enne leader dell’Övp. “Aspiro ad essere un cancelliere per tutti”, ha dichiarato durante la cerimonia d’insediamento a Vienna.
Il presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, ha osservato che “le cose buone arrivano a chi aspetta”, sostenendo di sentirsi “positivo e ottimista” per il futuro del Paese.
La squadra di governo è composta da 21 tra ministri e segretari di Stato.
Il vicecancelliere è il capo dei Socialdemocratici, Andreas Babler, il quale gestirà il portafoglio delle Arti e della cultura, mentre la leader di Neos, Beate Meinl-Reisinger, ha ottenuto gli Esteri.
Del precedente esecutivo sono rimasti Gerhard Karner agli Interni e Klaudia Tanner alla Difesa, entrambi dei Popolari. Oltre a loro, l’Övp ha occupato tra le altre le caselle dell’Economia (Wolfgang Hattmannsdorfer) e dell’Agricoltura (Norbert Totschnig).
L’Spö ha guadagnato il dicastero del Clima e degli Affari sociali (rispettivamente per Peter Hanke e Corinna Schumann), mentre Finanze e Giustizia sono in mano a due indipendenti di area socialdemocratica, Markus Marterbauer e Anna Sporrer.
A Neos è andato, oltre agli Esteri, il ministero dell’Educazione con Christoph Wiederkehr.
Le principali sfide per Stocker & co. saranno ora quelle di ridurre la disoccupazione, bloccare la recessione e rimettere in sicurezza i conti pubblici (su Vienna incombe una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles).
L’accordo di coalizione prevede tagli alla spesa pubblica per oltre 6 miliardi di euro e un aumento delle tasse sulle grandi imprese, nonché una stretta sull’immigrazione irregolare (ad esempio sul tema dei ricongiungimenti familiari dei richiedenti asilo). Meinl-Reisinger ha previsto “cinque anni di duri negoziati” tra i partner della maggioranza.
Insieme, i tre partiti detengono 110 dei 183 seggi totali al Nationalrat, la camera bassa del legislativo austriaco.
Alle ultime elezioni era arrivata prima l’estrema destra post-nazista dell’Fpö, guidata da Herbert Kickl.
Per scongiurare il suo ingresso nell’area di governo, i principali partiti centristi hanno deciso a fine febbraio di sorvolare sulle proprie divergenze (che avevano portato ad un primo fallimento delle trattative a inizio gennaio) e rimettere in piedi il cordone sanitario, dopo un tentativo inconcludente di Kickl di formare una coalizione coi Popolari.
Prima ancora, a inizio gennaio, Övp, Spö e Neos avevano provato a trovare una quadra, ma il fallimento di quel tentativo aveva portato alle dimissioni dell’allora cancelliere Karl Nehammer.
Anselmo Faidit
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