Il 2024 è andato meglio di come è stato dipinto
Descritto lungamente come un annus horribilis per l’economia italiana, il 2024 si è chiuso molto meglio di come è stato dipinto per mesi e settimane, con toni spesso drammatici.
Il Pil è aumentato dello 0,73% (e non dello 0,5% come tutti profetizzavano); il valore aggiunto dell’industria in senso stretto ha limitato i danni causati dalla crisi euro-tedesca, facendo segnare un -0,1%; l’export, nonostante i cali delle vendite in Europa, Stati Uniti e Cina, ha perso solo lo 0,4%; il turismo ha chiuso l’anno alla grande, con un nuovo record del numero totale di pernottamenti di turisti stranieri; i conti pubblici hanno sorpreso tutti, tornando in avanzo statale primario per lo 0,4% del Pil; il rapporto debito/Pil, che molti ipotizzavano potesse salire oltre il 136%, e taluni addirittura sfiorare il 140%, ha chiuso il 2024 con un tranquillizzante 135,3%.
Insomma, un bilancio tutt’altro che orribile in cui spicca il turismo, che ha visto le presenze degli stranieri nel nostro Paese salire a 250 milioni di pernottamenti, nuovo record storico, con un incremento rispetto al 2023 di 16 milioni di notti, pari a +6,9%.
È stata la crescita più forte fatta registrare dalle quattro maggiori economie dell’Eurozona e anche dagli altri Paesi più piccoli a forte vocazione turistica.
Infatti, il nostro aumento percentuale precede quelli della Germania (+6,1%, che ha peraltro un numero di presenze che è un terzo del nostro), Spagna (+6%, il nostro maggiore concorrente), Portogallo (+4,6%), Grecia (+3,8%), Austria (+3,3%), Francia (+1,6%) e Croazia (+0,8%).
Rispetto ai livelli pre-Covid del 2019, l’Italia ha battuto tutti per incremento in valore assoluto delle presenze straniere, con ben 29,4 milioni di pernottamenti in più, superando perfino la Spagna (+20,9 milioni di notti).
Niccolò Rejetti
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