Istat: L’acqua costa troppo e vi sono troppi gestori
L’acqua del rubinetto è troppo costosa per 4 famiglie italiane su 10, in particolare nel Mezzogiorno, soprattutto se si pensa che ancora il 45,5% viene sprecato a causa delle perdite della rete gestita dai Comuni o di fronte a razionamenti, disservizi e a una qualità che incontra ancora diffidenza.
Con una bolletta salita a 500 euro a famiglia nel 2024 (secondo l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva) oltre due italiani su tre sono più attenti agli sprechi e sono anche preoccupati per i cambiamenti climatici.
Il quadro delineato dall’Istat per il biennio 2020-2022 conferma la maggiore consapevolezza sui problemi ambientali e viene diffuso in occasione della prima Giornata internazionale dei ghiacciai, in cui l’Onu lancia l’allarme sulla forte riduzione di tutte le regioni glaciali e alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua che quest’anno ha come tema proprio la preservazione dei ghiacciai.
Il loro rapido scioglimento minaccia la stabilità ambientale, la sicurezza idrica, l’agricoltura e la produzione di energia idroelettrica.
Molti ghiacciai in tante parti del mondo non sopravvivranno al XXI secolo, con conseguenze anche per i milioni di persone che da essi dipendono per l’approvvigionamento di acqua, avverte l’Accademia nazionale dei Lincei.
Nella spaccatura fra Nord e Sud Italia il denominatore comune è l’esagerato numero di enti gestori della rete: in totale 2.110 nel 2022, di cui 1.738 in economia (82,4%), ovvero Comuni ed enti locali, e solo quattro enti su dieci si sono occupati dell’intera filiera, dal prelievo alla depurazione.
E intanto un italiano su dieci non è ancora allacciato alla fognatura nel 2022.
Una frammentazione che c’è soprattutto in Calabria, Campania, Molise, Sicilia, ma anche in Valle d’Aosta e nelle province autonome di Bolzano e Trento.
«Occorre razionalizzare il numero affinché abbiano più forza per fare gli investimenti e per avere meno dispersione», esorta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto.
Quindi c’è la «necessità – aggiunge – di un coordinamento di tante azioni, sia infrastrutturali che culturali, educative, per una corretta gestione». E la tecnologia in campo può essere d’aiuto anche nell’agricoltura che sfrutta tanta acqua.
Nonostante più attenzione, con lo spreco di cibo a casa nel 2024 sono stati buttati 2,4 miliardi di litri di acqua ‘nascosta’, ovvero utilizzata per la produzione, fa sapere l’Osservatorio Waste Watcher International.
L’acqua non è solo «essenziale per la salute e il benessere» ma è anche «fattore di sviluppo e crescita dell’economia» e «la risposta non può che richiedere un impegno collettivo» per «utilizzarle in modo efficiente, senza sprecarle», secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il quale, nell’assicurare che «il governo è in prima linea per mettere il tema dell’acqua in cima alle priorità dell’agenda internazionale», ha fatto sapere che si sta lavorando per istituire «un inviato speciale per la diplomazia ambientale, con riguardo alle tematiche, strategiche per l’Italia, relative all’acqua».
E per discutere le sfide della gestione della risorsa idrica, il prossimo autunno, Roma ospiterà il primo Forum euromediterraneo dell’Acqua, con la partecipazione di 45 paesi membri dell’Unione Europea e dei partner mediterranei, Medio Oriente e Nord Africa, ha annunciato Maria Spena, presidente del comitato One Water.
Niccolò Rejetti
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